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EXTRA a cura di Claudio Micalizio puntata di Lunedì 12 Dicembre 2022

00:00 Intro
02:56 Commessi in rivolta: a rischio lo shopping di Natale, ospite in collegamento video: Fabio Fois, FILCAMS CGIL Roma e Lazio
27:14 Roma può fare a meno della Centrale del Latte? Ospite in collegamento video: Giuseppe Cappucci, FLAI CGIL Roma e Lazio


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Trascrizione
00:00Extra tutti i colori dell'attualità con Claudio Michalizio bentornati bentornati
00:08a destra ci siamo pochi giorni e poi davvero inizierà il rush finale verso
00:13il Natale con l'immancabile rito della corsa ai regali anche se ovviamente in
00:20versione ridotta per tutte le contingenze legate alla situazione
00:25economica che stiamo vivendo. Ma se avete letto sul giornale qualche giorno
00:30fa c'era un annuncio che un po' di preoccupazione lo ha destato. Gli addetti
00:35alle vendite che da tempo hanno avanzato una serie di rivendicazioni potrebbero
00:41decidere di scioperare proprio in questo periodo così cruciale per lo shopping
00:47natalizio. Al di là dell'aspetto di costume è evidente che chi lavora a
00:52contatto con il pubblico ha il diritto io credo di una particolare attenzione
00:58anche nel momento in cui sceglie di protestare. Allora tra poco avremo un
01:02ospite con il quale cercheremo di capire perché commesse commessi sono sul piede
01:08di guerra con le loro rivendicazioni. Prima però come sempre la copertina a
01:12cura della redazione ci introduce nel vivo dell'attualità. Spesso non ce ne
01:17rendiamo conto e anzi ne diamo per scontata la presenza nei fini settimana
01:22negli orari serali oppure in pieno giorno ogni volta che andiamo a fare
01:25shopping in una boutique o uno store di una catena internazionale oppure ancora
01:30al supermercato la presenza degli addetti alla vendita è un servizio che
01:34diamo per scontato senza renderci appieno conto che chi indossa una divisa
01:38e magari è lì per ascoltare tutte le nostre richieste anche quelle più
01:42strampalate è una persona con una propria vita, propri orari di lavoro e
01:46diritto al riposo proprio come noi. Un tempo li chiamavamo commesse e commessi
01:51la loro è una presenza discreta ma che può essere fondamentale se dobbiamo
01:55provare un capo d'abbigliamento o abbiamo semplicemente bisogno di un
01:59consiglio. Fanno parte insomma dell'esperienza di vendita e la loro
02:03presenza segue inevitabilmente i ritmi e le regole di un calendario che da tempo
02:07non tiene più conto dei weekend ma neppure delle festività.
02:11Se è vero che soprattutto per la grande distribuzione i giorni di chiusura
02:15tastativi non si contano neppure sulle dita di una mano.
02:18Insomma un lavoro pesante con ritmi che soprattutto nei periodi più votati allo
02:23shopping possono diventare ancora più frenetici, orari sempre più dilatati. Da
02:28tempo però gli addetti alla vendita sono in stato di agitazione, raro che
02:32incrocino le braccia ma chiedono comunque più attenzione alle loro
02:35istanze da un adeguamento del salario per il lavoro domenicale che in base
02:39agli accordi adottati può valere appena 15 euro a rinnovere il contratto scaduto
02:44ormai da tempo. E allora bentornati vi do subito la possibilità di conoscere
02:51il nostro ospite in collegamento video c'è Fabio Fois che è il segretario
02:57regionale del dipartimento commercio della Filcam CGL. Buonasera e benvenuto
03:04a Estra. Buonasera a tutte e tutti grazie dell'invito. Grazie a lei perché credo che
03:11sia davvero importante visto che il lavoro dell'addetto alla vendita, quello
03:15che una volta si chiamava la commessa e il commesso, è un lavoro molto delicato
03:19perché ci vuole una grandissima pazienza intanto a sopportare i clienti ed è
03:24evidente che la serenità che può derivare anche da uno status
03:29contrattuale di un certo tipo fa la differenza poi nei livelli di stress
03:34nelle attenzioni, nelle preoccupazioni che chi è a contatto con la clientela ha
03:39inevitabilmente. Allora qual è il motivo che porta la vostra categoria in questo
03:45momento a minacciare ed incrociare le braccia?
03:50Sì dunque io ne volevo approfittare in anticipo visto che il settore del
03:56commercio della grande distribuzione di cui parliamo oggi è composto per la
04:01maggioranza da lavoratrici donne, appunto essendo questi giorni contro la
04:08violenza sulle donne per la parità di genere eccetera e volevo approfittare
04:13anche perché noi come organizzazione sindacale nella contrattazione aziendale
04:19nella contrattazione nazionale cerchiamo sempre di inserire nelle piattaforme
04:23questi temi. Per tornare alla domanda e quindi non sottrarmi rispetto a quello
04:33che giustamente volete sapere la situazione è questa, noi abbiamo il
04:39contratto nazionale del settore del commercio che è scaduto da più di tre
04:44anni, a dire la verità sono quattro i contenitori del contratto nazionale
04:50perché in parte le associazioni dattoriali quindi le nostre controparti
04:55si sono divise tra di loro, da una parte abbiamo il Commercio, dall'altra parte
05:00Fede e Distribuzione e Distribuzione Cooperativa, parliamo quindi di quattro
05:08contratti nazionali che tutti insieme sommano nel nostro paese in generale
05:14quasi tre milioni di addetti al lavoro quindi parliamo del del settore con più
05:20addetti al lavoro in riferimento ai contratti nazionali. Da tre anni sono
05:27scaduti, noi abbiamo presentato, abbiamo deciso di presentare questa volta più
05:33che una vera e propria piattaforma ma un documento, un documento che abbiamo prima
05:40discusso come nostra prassi per amministrare il mandato alle lavoratrici e ai lavoratori del
05:46settore per il rinnovo del contratto nazionale.
05:51Tenete conto che eravamo in una fase di quasi chiusura del periodo di emergenza
05:58da pandemia almeno quello quindi un po' di tempo è passato perché è stato
06:04difficile rinnovare un contratto nazionale durante l'emergenza pandemica. Sta di fatto
06:11che dopo una prima accelerata da quest'estate la trattativa si è un po'
06:19interrotta. Quindi noi abbiamo posto una serie di problemi perché c'è soprattutto un tema che
06:30riguarda queste lavoratrici e questi lavoratori che guardate se noi pensiamo sempre al periodo
06:37dell'emergenza pandemica soprattutto il pezzo della distribuzione commerciale inerente al
06:45food e quindi l'alimentare fanno parte di quei lavoratori e quelle lavoratrici che non hanno
06:52quasi mai smesso di lavorare con tutte le difficoltà, con tutte le problematiche, i rischi che noi
06:59conosciamo perché noi andavamo a fare la spesa almeno quello c'era consentito, una delle piccole
07:04cose che si potevano fare in quel periodo e loro li avete sempre trovati a servizio.
07:13Noi crediamo che sia necessario anche per questo ma non solo per questo che ci sia anche una sorta
07:21di restituzione. Tre anni sono tanti quindi il tema centrale è il salario. Nelle ultime ore forse
07:32qualcosa si sta sbloccando perché pur non essendo nelle condizioni di rinnovare quattro contratti
07:40nazionali così importanti e complessi come vi spiegavo prima però abbiamo chiesto alle
07:47organizzazioni dattoriali di iniziare a dare una sorta di anticipo sul salario che gli sarebbe
07:55dovuto sia per la scadenza contrattuale sia in merito al rinnovo contrattuale che comunque nei
08:02mesi del prossimo anno dovranno avere dei tempi certi. Il settore lo dicevo prima è molto complesso,
08:10i contratti nazionali a cui afferiscono le lavoratrici, i lavoratori di questi settori
08:17sono appunto dei contenitori che non hanno solo i lavoratori della grande distribuzione
08:24food e non food, quindi i negozi, i punti vendita, i centri commerciali, quelli dove
08:32siamo abituati a comprare ma comprendono anche un pezzo importante di terziario avanzato,
08:37comprendono il settore dell'automotive, comprendono una parte del terzo settore,
08:42quindi organizzazioni non governative, ONLUS, alcune delle stesse partecipate del comune di
08:49Roma applicano il contratto del commercio ai loro lavoratori, quindi potete immaginare perché
08:56è un numero così ampio. C'è la crisi? Si, mi dica, mi dica. No, e volevo capire una cosa,
09:05infatti già la complessità credo che sia un primo problema, però io non riesco a capire come mai
09:10servano quattro anni per rinnovare, pur con tutti gli accorgimenti che ci possono essere
09:18nell'ambito di una trattativa, un contratto che dovrebbe essere un diritto acquisito. Cioè che
09:23cos'è che ha reso così difficile, al di là della pandemia che sappiamo ha cristallizzato tutto in
09:29questo paese, però quattro anni sono tanti e il fatto che ci sono così tanti interlocutori da
09:34far sedere attorno a un tavolo o c'è qualcosa di ostativo da parte di alcune delle parti in causa?
09:40Mi aiuti a capire? Allora, sicuramente non aiuta avere così tante controparti dattoriali e questo
09:49è evidente anche perché sono associazioni dattoriali, le nominavo prima, importanti come
09:55numero e storia. Questo non aiuta, tanto che noi però abbiamo deciso proprio come metodologia di
10:03presentare un unico documento a tutte e quattro le associazioni dattoriali. E' chiaro che il nostro
10:09obiettivo sarebbe ritornare a un unico tavolo di discussione, però non possiamo ovviamente
10:14costringere a chi ha deciso di dividersi e quindi diciamo un pezzo della grande distribuzione,
10:21soprattutto afferenti ad alcune aziende, rispetto al contenitore più grande che forse è quello
10:29della commercio che tiene dentro anche i piccoli e medi negozi, per farvi anche un po' capire.
10:36Questo è un tema, l'altro tema è che nel nostro paese non esiste una legge, una regola che
10:44stabilisca che alla scadenza di un contratto nazionale bisogna rinnovarlo. Questo è un altro
10:51grande tema, non solo in questo settore, purtroppo sentite sicuramente parlare di contratti nazionali
11:00scaduti da otto anni. Tutto questo oltre che a non consentire un rinnovamento della parte
11:07normativa, che è altrettanto importante, riguardate la velocità con cui cambiano le cose e faccio
11:14alcuni esempi nel settore del commercio e in questo caso della grande distribuzione alimentare,
11:21per rispondere alla domanda, possiamo immaginare quanto abbia iniziato ad incidere la spesa online
11:31nel settore. Anche questo è un tema che può portare a perdita di occupazioni, cambiamento
11:41di mansioni. La cosa che noi chiediamo è la transizione digitale e tutto quello che sta
11:49avvenendo e quindi deve avere anche una sorta di sostenibilità sociale. Se questi ragionamenti non
11:55li iniziamo a fare oggi ci saranno milioni di lavoratrici e lavoratori espulsi dal mondo del
12:01lavoro, in questo settore ma anche in tanti altri. Pensiamo all'esplosione dello smart working,
12:10come si dice da noi, lavoro agile per essere più corretto come termine. Che cosa comporta
12:17nei tempi di vita delle persone ma anche della città e di quant'altro e quanto anche questo
12:24incida in un settore come quello del commercio, dove prima magari uno era abituato a fare la
12:29spesa al volo uscendo dal posto di lavoro, si lavora da casa. Lo studio anche del futuro
12:38delle città dovrebbe passare anche dalla gestione di questi fenomeni. Questo è un tema che noi
12:45poniamo e a cui chiediamo alle controparti di ragionare. E poi c'è un'altra questione.
12:51Lo vediamo tra un attimo, la vediamo un attimo, anche perché io la pubblicità vorrei mandarle
12:56non da subito così abbiamo ancora qualche minuto a rientro per sviscerare tutti i temi. Stiamo
13:00parlando, avete capito, della complessità di un settore che è quello del commercio che fa parte
13:07della nostra quotidianità. Sia che sia un addetto alla vendita al supermercato, sia che sia un
13:13negozio di alimentari o una boutique di abbigliamento, molto spesso chi ci accoglie,
13:18chi ci dà la sua consulenza, ci aiuta a scegliere i prodotti che desideriamo, vive una situazione
13:25magari di disagio in virtù di un contratto che come in questo caso avete capito è da rinnovare,
13:31ma tra poco entreremo anche nel merito di tanti altri problemi che hanno fatto già da qualche
13:37mese insorgere gli addetti alle vendite di tutta Italia e non soltanto ovviamente qui a Roma. Ne
13:43parliamo tra un attimo però, c'è la pubblicità. Bentornati a Estra in questa puntata in cui
13:49stiamo raccontando i disagi degli operatori del settore del commercio, un settore molto
13:56importante perché, dicevamo, sono gli addetti alla vendita che incontriamo nei negozi di
14:02abbigliamento piuttosto che di elettrodomestici, nei grandi supermercati, chi ci vende la frutta,
14:08la verdura, vivono in situazioni di disagio che partono intanto da una situazione contrattuale
14:14ancora da definire. Con Carlo Fois di Filcams CGL Roma e Lazio abbiamo sentito quali sono i nodi
14:22ancora da sciogliere che stanno impedendo sinora il rinnovo del contratto di lavoro,
14:26lei prima della pubblicità ci stava dicendo che è una matriosca di complessità, mi perdoni questa
14:33immagine, che contribuiscono a rendere sempre più difficile e normale un settore che è tra i più
14:41antichi assolutamente, la vendita dei servizi, però che deve stare al passo con i tempi che
14:47cambiano dall'e-commerce alla possibilità di ordinare il cibo a casa. Sono tutti ambiti che
14:54in qualche modo cambiano anche le regole del gioco o sbaglio? No, è sicuramente così, sono
15:02cambiate e stanno cambiando le abitudini del consumatore. Qualcuno molto più importante di
15:09me ha parlato di società del consumo molte volte e questo è un tema, questo è un tema che non
15:17significa che bisogna per forza andare in questa direzione, ma sicuramente bisogna gestire il
15:24cambiamento, lo dicevo prima, per cui tutte le transizioni debbano essere accompagnate da una
15:31sostenibilità sociale. Stavo dicendo c'è un altro tema, il tema della qualità del lavoro, perché
15:38giustamente quando voi entrate in un negozio, quando andate a fare la spesa, o andate a
15:45comprarvi un vestito piuttosto che un nuovo telefonino, dovete sapere che molti di questi e
15:53molte soprattutto donne lavoratrici di questo settore hanno contratti part-time, molto spesso
16:00part-time quelli che noi definiamo involontari, nel senso che il mercato del lavoro oggi dove
16:08si riescono ancora a fare delle assunzioni offre soprattutto questo tipo di contratti,
16:15oltre a una serie di altri contratti che sono addirittura peggiorativi rispetto a questi.
16:22Questo è anche un tema perché il contratto part-time molte volte consente l'utilizzo di
16:32clausole elastiche flessibili, quindi orari di lavoro particolari, complicati e loro stessi sono
16:39dei lavoratori e delle lavoratrici, ma loro stessi come tutti noi hanno anche esigenze
16:46personali, familiari. Tante volte conciliare queste esigenze con l'attività lavorativa è
16:53sempre più complicato, quindi anche su questo noi chiediamo un ragionamento serio da parte delle
17:03aziende. Tra l'altro mi perdoni, io avevo letto che già la scorsa estate alcune categorie di
17:13lavoratori avevano indetto uno sciopero bianco, poi in realtà non avevano, se non ricordo male,
17:19interrotto il servizio proprio per quel discorso della qualità che lei diceva della vita. Noi
17:25sappiamo e siamo abituati ormai a volere i negozi aperti 365 giorni l'anno, al lavoro
17:31della domenica, e posso capirlo che i cambiamenti dei costumi ci stiano sempre di più portando
17:40verso questa necessità di poter trovare sempre un negozio aperto, anche perché altrimenti poi
17:46c'è la concorrenza dell'e-commerce che opera 24 ore su 24, però questo lavoro c'è anche una
17:53questione di qualità e di dignitosa ricompensa del lavoro domenicale, che è una cosa che talvolta
18:02non si ha presente quando si entra nel negozio di domenica, ma attenzione che noi abbiamo davanti
18:06delle persone che per il sacrificio di lasciare a casa la famiglia guadagnano una manciata di euro
18:11in più, perché non sempre, mi pare di capire, c'è un adeguato riconoscimento economico per il
18:17sacrificio del lavoro in un giorno festivo, giusto? È assolutamente corretto e qui mi aiuta anche a
18:28raccontare un po' cosa la nostra categoria della firca anzigelle da molti anni sta portando avanti,
18:35una battaglia dallo slogan la festa non si vende, proprio perché la cosa che noi chiediamo da
18:44sempre, essendo ormai liberalizzato il mercato, oggi si può tenere aperto tutti i giorni della
18:51settimana e anche H24, cioè 24 ore al giorno sostanzialmente. Noi la cosa che chiediamo è che
19:00ci sia il rispetto che anche questo vada contrattato, proprio perché le abitudini del
19:07consumatore, è chiaro che la mia opinione è che se uno ha bisogno di un litro di latte magari può
19:16cercare di comprarlo nella settimana lavorativa piuttosto che andare a comprarlo la domenica.
19:24La domenica magari si potrebbe utilizzare per altri scopi, altri motivi, anche per stare appunto in
19:33famiglia, cosa che molte volte a questi lavoratori e lavoratrici non è concesso, proprio per questo
19:39meccanismo un po' perverso per cui loro devono stare aperti e devono stare al lavoro. I dati che
19:46abbiamo ci dicono che in questi anni, da quando c'è stata questa liberalizzazione, non ci sono
19:54grandi cambiamenti. Poi è altrettanto vero che se le aziende utilizzano aggressivamente queste
20:06giornate, mettendo degli sconti, facendo le offerte speciali, in queste giornate portano
20:12anche il consumatore, il cittadino ad andare a fare la spesa. Io credo che sicuramente tutti
20:20abbiamo dei ritmi impressionanti, però penso anche che 15 anni fa se uno doveva fare la spesa
20:27non restava senza il mangiare a casa anche se i negozi erano chiusi domenica. Guardate, se noi
20:35giriamo un po' per l'Europa, tante volte ci sorprendiamo come in grandi paesi quanto il
20:42nostro e anche in grandi città, anche a vocazione turistica, tranne in alcuni posti specifici dove
20:50magari il turismo è più concentrato, troviamo i negozi chiusi la domenica. Questa è una
20:56particolarità soprattutto italiana su cui noi da anni facciamo una grande battaglia.
21:01Senta segretario, abbiamo ancora pochi minuti. Io volevo con lei provare a capire questa cosa.
21:09Quando si parlano dei disagi, dei problemi della vostra categoria è perché molto spesso di mezzo
21:15ci sono delle grandi catene, quei marchi famosi che sono presenti un po' in tutta Italia, nelle
21:21gallerie commerciali, pensiamo quelli dell'abbigliamento. Recentemente per esempio si è
21:27tornato a parlare della necessità di rinnovare il contratto anche di secondo livello, quindi dopo
21:33quello nazionale di solito c'è il contratto che le catene più grandi, le aziende più grandi fanno
21:37specificamente i propri lavoratori. Secondo lei oggi è più disagevole per un lavoratore lavorare
21:48in una grande realtà o in un piccolo negozio? Lasciamo stare la solidità, sono due cose diverse,
21:53questo lo sappiamo, ma da questo punto di vista com'è la situazione nelle grandi catene rispetto
22:01alla boutique sotto casa, magari a gestione familiare, che fa ancora più fatica a garantire
22:07lo stipendio puntualmente ogni mese e rispetto di tutte le regole? Questo è un punto molto delicato
22:16perché è cambiato proprio il tessuto commerciale. Con queste grandi multinazionali nel setto
22:22alimentare la discussione che si sta riapprendo è quella per esempio del negozio di prossimità,
22:31che tra l'altro abbiamo molto utilizzato sotto il periodo pandemico e anche con una popolazione che
22:39sta invecchiando fortemente nel nostro paese, quindi da una certa comodità. C'è un po' la
22:44crisi dei grandi centri commerciali, una crisi che è partita negli Stati Uniti 15 anni fa e che in
22:50alcuni casi fa ripensare anche a grandi marchi il tema degli spazi, del contenitore in cui si
22:58portano i consumatori. Questo vale anche per i negozi di avvigliamento o quant'altro. E' chiaro
23:08che le regole che si determinano in un grande contenitore sono molto diverse da quelle che ci
23:16sono nel piccolo negozio, pensiamo anche tutto il tema più dell'artigianato, che ovviamente di fronte
23:24a una concorrenza di questo tipo, quante chiusure ci sono state anche durante il periodo pandemico.
23:30Chi non aveva le risorse per impattare una situazione di quel tipo ha chiuso, anche nella
23:35nostra città. Qui serve un sostegno. Per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori, sono
23:44abbastanza però trasversali. È evidente che dove tu riesci a fare la contrattazione, come diceva
23:52correttamente, aziendale, integrativa, ci sono situazioni un po' migliori, però è anche vero che
24:00l'ottanta per cento dei lavoratori, le lavoratrici del settore non sono coperti dalla contrattazione
24:07integrativa. Quindi il contratto nazionale è l'unico elemento che riconosce i diritti,
24:15in parte anche i doveri, di quei lavoratori, di quelle lavoratrici sul posto di lavoro.
24:21Ovviamente il discorso che sto facendo omette poi anche tutte quelle sacche di
24:28nero e di illegalità che purtroppo ci sono anche nel nostro settore e non sono coperte
24:35ovviamente dal suo contratto nazionale. Questo è ovviamente un altro mondo sommerso che scappa
24:41a qualunque contratto nazionale rinnovato o meno. È evidente dove alla fine i soldi dati sotto banco,
24:49lavoratore che magari lavora un sacco di ore in più e i soldi li prende poi in nero. È evidente
24:56che è un mondo a parte che richiederebbe forse una puntata ulteriore del nostro programma.
25:02E io segretario la ringrazio perché il tempo a nostra disposizione è terminato. L'augurio è
25:06ovviamente che intanto le aziende, come ci diceva lei in apertura di chiacchierata, inizino in qualche
25:11modo a dare anche un segnale di disponibilità anticipando una parte della maggior somma di
25:18denaro che poi si dovrebbe contestualizzare nel contratto quando verrà rinnovato. Dopo quattro
25:23anni speriamo che finalmente i tempi siano maturi. E poi l'auspicio che in questo settore molto
25:31importante, quello appunto del commercio, sempre di più si arrivi anche al riconoscimento di quei
25:38diritti fondamentali ai quali lei faceva riferimento, tipo quello di poter riposare
25:42anche in un giorno di festa. È la pigrizia che secondo me impone di andare a fare la spesa la
25:48domenica mattina. I nostri nonni sono cresciuti, i nostri genitori anche, facendo la spesa al sabato
25:55senza per questo dover la domenica correre perché ci si è dimenticati qualcosa. Grazie per esser
26:01stato con noi Fabio Fois di Filcams CGL Roma Lazio e le auguro un buon lavoro. Grazie a voi.
26:08Un buon proseguimento anche a voi. Grazie, grazie. Adesso c'è la pubblicità e poi l'ultima
26:15pagina di Estra. Sfogliamo insieme altri spunti di attualità tra un attimo. Eccoci a Estra. Adesso
26:24cambiamo decisamente argomento. Ci occupiamo della centrale del latte di Roma. Un tempo per
26:33le piccole e grandi comunità avere una propria centrale del latte era quasi un motivo di vanto,
26:37di orgoglio. Era se volete l'apoteosi del chilometro zero. Poi le cose sono molto
26:43cambiate e magari molte di queste centrali sono state privatizzate. La vicenda della
26:50capitale in realtà sta deflagrando in una crisi che potrebbe anche essere occupazionale,
26:55tanto che tra poche ore i lavoratori hanno indetto una giornata di mobilitazione per
27:00il 22 di novembre proprio per richiamare l'attenzione delle istituzioni su questa
27:05vicenda. Noi siamo collegati con Giuseppe Cappucci che è il segretario generale di Fly
27:11CGL. Intanto buonasera e benvenuto a Estra. Buonasera, grazie dell'invito. Fly è quella
27:18sezione del sindacato CGL che si occupa proprio del settore dei produttori di latte e della
27:26lavorazione, quindi l'agroalimentare per definizione. Allora, intanto che cosa è
27:33successo? Come siamo arrivati fino a questo punto? Posto che la centrale del latte, immagino
27:38fosse anche per Roma un banto, sia passata attraverso una gestione, quella di Parmalat,
27:43che però ha deciso di tagliare la spina, di staccare la spina. Che cosa è successo?
27:50È una vicenda molto lunga, di quasi 30 anni. C'è stato per ultimo ad aprile una sentenza
28:03della Corte d'Appello che ha dato ragione al Comune di Roma rispetto all'illegittimità del
28:14passaggio tra Cragnotti e Tanzi. Questo ha determinato ovviamente il fatto che Parmalat
28:25non soltanto ha resistito in tutti questi anni, in un lungo processo, ma che ora ovviamente,
28:34proprio la settimana scorsa, ha deciso di riconsegnare il 75% delle azioni in suo possesso
28:46al Comune di Roma. Ma prima ancora aveva già annunciato il taglio di 40 milioni di litri di
28:56latte per la produzione per il 2023, per il prossimo anno. Quindi è una vicenda molto,
29:05oltre che molto lunga, anche molto pesante per Roma Capitale, per la centrale stessa,
29:12per la qualità di centrale del latte, per i dipendenti, per i produttori di latte,
29:18per tutto l'indotto che in questa filiera ovviamente lavora e produce.
29:25Quindi questa situazione ovviamente ci ha in un primo momento fatto tentare un'interlocuzione
29:37con il Comune di Roma per capire quali fossero le intenzioni e quale può essere lo sbocco,
29:43e quale può essere la trattativa che ponga fine a questa vicenda. Però a tutt'oggi abbiamo avuto
29:58un unico colloquio a luglio con l'allora capogablinetto del Sindaco Gualtieri, Albino
30:08Ruberti. Ora stiamo in attesa, stiamo facendo i nostri passaggi, abbiamo visto nuovi incontri,
30:17abbiamo anche programmato ovviamente questa giornata di protesta e di mobilitazione.
30:23Ecco, segretario, credo che qui ci siano in ballo due aspetti importanti nel futuro della
30:31centrale del latte di Roma. Uno è quello occupazionale. I lavoratori sono oltre 160,
30:37è evidente che loro siano molto preoccupati su quello che potrebbe essere il loro destino
30:43occupazionale. E il secondo è quello che oggi questa centrale rappresenta per tutto
30:50il mondo agricolo, degli allevatori del territorio e tutta la regione. Sono, come dire, due valori
30:57che rischiano di andare perduti qualora non si riuscisse a districare il bandolo di questa
31:02matassa alquanto complicata. Esatto, condivido in pieno questa sua fotografia e lo sforzo
31:11che tutti quanti noi dobbiamo mettere in campo è esattamente questo. Sarà da guardare la
31:19vocazione industriale e soprattutto una presenza industriale importante come quella di centrale
31:26del latte e a tempo stesso sarà da guardare gli interessi dei produttori, degli allevatori,
31:32dei venditori e di tutta la filiera che attorno alla centrale del latte opera e lavora. Cosa
31:43complicata in un momento estremamente delicato e che però deve vederci tutti impegnati evitando
31:54strumentalizzazioni, evitando colpi di coda, evitando guerre di religione o quant'altro,
32:01io credo che intanto le istituzioni, intanto in primis il Comune di Roma debba far capire
32:09ai lavoratori qual sarà il futuro, quali saranno le mosse dei prossimi giorni, delle prossime ore
32:19perché è impellente la riconsegna di queste quote, delle quote azionarie.
32:26Quindi in sostanza adesso la centrale del latte torna per la gran parte delle quote
32:33giusto che erano di proprietà di Parmalat a Roma Capitale, quindi al Campidoglio e il
32:40Campidoglio che tipo di strade potrebbe percorrere? Ammesso che voi viate avuto modo,
32:46lei mi dice che non siamo riusciti ad avere confronti, ma non è mai trapelato quale potrebbe
32:51essere l'indicazione visto che stiamo parlando di una entità, di un ente che anche a livello
32:57simbolico ha un enorme valore io credo per tutto il territorio, no?
33:00Guardi a questa domanda è veramente per me impossibile rispondere perché non avendo avuto
33:08la possibilità di comprendere le azioni che il Comune sta mettendo in capo, ma io ho tenuto
33:16immagino che il Comune non stia completamente fermo, immagino che interlocuzioni ancora
33:24con Parmalat, colloqui tramite uffici legali etc. siano ancora in corso e quindi non mi
33:34permetto di azzardare ipotesi su come si possa affrontare una situazione molto complicata
33:46davvero, perché nel momento in cui Parmalat riconsegna materialmente le quote azionari
33:54al Comune di Roma, il giorno dopo cosa succede? Questa è la domanda vera alla quale vorremmo
34:03subito delle risposte, i prossimi mesi gli stipendi e li paga.
34:09Immagino anche l'attività, no? Perché cambierà immagino anche il management, cioè se una
34:16società che aveva il controllo e immagino avesse messo i suoi uomini in posizioni apicali,
34:22avesse dato delle regole, delle procedure, se a un certo punto restituisce formalmente
34:27le chiavi, immagino che una parte del personale che faceva capo direttamente all'azionista
34:34ex dovrà lasciare anche il proprio posto, quindi c'è anche un problema di gestione
34:42nell'attività produttiva che in qualche modo dovrà essere rivisto.
34:45Esatto, ma non solo, ma anche il consiglio d'amministrazione decade e a quel punto deve
34:52essere nominato un nuovo consiglio d'amministrazione, così come tutto il management, dopodiché
34:58ci sarà un commissario, ci sarà un bando, non so dirle con precisione, certo qualcosa
35:08deve accadere, altrimenti saremo di fronte a una crisi che può essere letale, perché
35:15se scompari dal mercato, dai frigoriferi dei supermercati, dal bar eccetera per un giorno,
35:25due giorni, una settimana, due settimane e poi riconquistare quelle posizioni di mercato
35:29diventa una roba molto difficile. Senta, ne faccio una domanda da forestiero,
35:37dico sempre io per il fatto che arrivo da un altro territorio, sono da due anni qui
35:45a Roma, quindi non conosco a me a colpa un po' tutte le situazioni nello specifico,
35:50ma la città dell'Atte in passato era di proprietà pubblica?
35:54Sì, era una municipalizzata. Una municipalizzata e quando è che si è deciso
36:01di avviare il percorso della privatizzazione e poi perché? So che c'è anche tutta una
36:07stagione della politica italiana in cui si era deciso che lo Stato dovesse uscire.
36:12Erano quegli anni lì, circa trent'anni fa, ma ci fu anche un referendum che appunto poneva
36:22il quesito della privatizzazione e il referendum diete che la città dovrebbe essere di proprietà
36:32pubblica. C'è un voto favorevole a questa opzione.
36:37Sa perché glielo chiedevo? Perché se andiamo a vedere le storie di grandi privatizzazioni
36:43italiane, l'ultima che la cronaca ci impone di raccontare ancora in questo periodo è
36:46quella di Alitalia, adesso siamo a Iita, è un continuo ritornare in qualche modo indietro
36:54e uno a un certo punto dovrà pure farsi la domanda se le privatizzazioni furono una buona
37:02scelta oppure no, visto che poi alla fine questi beni pubblici tornano di proprietà
37:08dello Stato ma molto spesso inguaiati in situazioni un po' complicate.
37:11Adesso la situazione di Città del Latte non è assolutamente inguaiata dal punto di vista
37:17di politica. Lei mi insegna che è una patata bollente da gestire con lucidità in tempi
37:24rapidi. All'epoca della privatizzazione Città del Latte di Roma aveva oltre 20 miliardi
37:31di lire di deficit, sparghiamo di una roba considerevole.
37:37L'osservazionale fanno utili e dunque di fronte agli utili bisogna riconoscere che c'è stata
37:47nel corso di questi anni una gestione da parte di Parmalat molto curata, una gestione industriale
37:56come è giusto che sia e che ha fatto utili. Se non ci fosse stata la controversia legale
38:04probabilmente non ci troveremmo in questa situazione, fermo restando il diritto di chi,
38:12giusto? Io penso una cosa alle nostre parole d'ordine
38:16che stiamo decolando da aprile fino a oggi pomeriggio. Abbiamo la nostra azione su due
38:24pilastri che sono la difesa dell'occupazione, di tutta l'occupazione, non soltanto il 260
38:32ma di tutti, i venditori, gli allevatori e così via e a tempo stesso mantenere la vocazione
38:40industriale di quel sito, cioè Centrale del Latte deve continuare ad avere una forte
38:47presenza industriale se vuole mantenere i standard di qualità non solo, ma anche i
38:54standard dell'efficienza economica e industriale.
39:24Grazie a voi, buona serata.

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