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Trascrizione
00:00Eccoci, ci siamo. Buongiorno, ben trovati agli amici di Teletutto che da questo momento
00:18sono connessi con Radio Brescia 7. Oggi mettiamo al centro del ragionamento i giovani e lo
00:26facciamo grazie al ritorno qui nel nostro appuntamento di Don Marco Mori. Benvenuto,
00:31come stai? Benissimo, avevo nostalgia di voi. Questo mi fa piacere. La nostalgia è un bel
00:37sentimento soprattutto se ci si può porre rimedio attraverso la concretezza come facciamo noi oggi.
00:42Allora ti spiego perché ti ho invitato. Recentemente è stata qui da noi Anna,
00:49la mamma di Pietro, per parlare della mostra che si è appena conclusa al MOCA dove Pietro
00:55giovane ragazzo, che è un ragazzo autistico, che ha trovato attraverso l'arte, la pittura,
01:04precisamente la sua forma espressiva. È stata una bella chiacchierata quella con Anna Albini che
01:09però ha sollecitato in me il ricordo del fatto che di Pietro hai cominciato a parlarmi tu e anche
01:17un bel po' di tempo fa. Ma di Pietro parlano tutti quelli che lo incontrano. Perché Pietro ha questa
01:23capacità grande di affascinare con le sue idee, con il suo modo di fare, quanto sta crescendo,
01:28perché Pietro ormai ha 15 anni, quindi ha fatto questa sua prima mostra che tu citavi appunto al
01:34MOCA fino alla settimana scorsa. Eccola qui, la Lucandina, con gli occhi di Pietro era fatta
01:39un'espressione che avevamo usato per descrivere alcuni suoi disegni e quindi ringrazio molto la
01:43mamma che ha ricordato questa espressione anche perché proprio è un legame bello con la sua
01:50famiglia. Di Pietro mi stupisce sempre la sua capacità di essere molto schetto, questo l'autismo
01:57purtroppo va molto in questa direzione. Purtroppo è anche per fortuna perché ogni tanto sentir dire
02:02le cose per come stanno fa trassalire, però serve, è utile. E poi com'è migliorato nella
02:09sua capacità di esprimere. Ho comprato anche un quadro di Pietro, ne ho comprato uno in cui lui
02:16fa un mostro che esce dai colori, perché mette insieme le due cose della vita che non
02:23dobbiamo dimenticarci, i colori e il fatto che poi dentro della nostra vita c'è anche qualcosa
02:29su cui dobbiamo sempre combattere, da un punto di vista personale, educativo, sociale, quindi
02:36penso che sia un bel quadro da tenere, ce l'ho proprio. Adesso è un quadro dove troverai un
02:44posto giusto, adeguato. E qualche discussione anche con i ragazzi, magari intorno a quel
02:49quadro. Questo è interessante, tra l'altro so che lui ha fatto un murales nel loratorio del
02:54San Polo. Pietro fa una performance artistica tutti gli anni quando possiamo, tranne quando
03:03ha fatto l'anno scorso l'esame di terza media, questo qui non è un murales, è a centro campo,
03:11la costruzione di tutti i suoi disegni che ha fatto, hanno messo tutti i disegni di Pietro
03:20intorno a una grande colomba della pace, hanno occupato tutto un certo campo con tutte le cose
03:27belle della vita, i bambini intorno e all'opposto dei bambini gli adulti che hanno scritto la parola
03:35pace. Molto bella, una vera e propria performance artistica. Sì, una performance artistica di cui
03:40lui era molto contento perché faceva il bullo. Infatti c'è scritto direzione artistica Pietro
03:46Spada, lui voleva quello, l'obiettivo l'ha raggiunto, proprio bravo Pietro. Quello che tu
03:53mi dici Don Marco esce fuori forte e chiaro, cioè la voglia di mettere tutti con le proprie abilità
04:00che non sempre sono convenzionali per fortuna, perché ognuno ha il suo modo per esprimersi ed è
04:06una ricchezza, al centro e questo è quello che forse in generale manca un po' in questo momento
04:12quando guardiamo ai ragazzi. Se riuscissimo a trovare una chiave comunicativa che permette
04:20loro di venire fuori per quelle che sono le caratteristiche, le peculiarità, le particolarità,
04:26potrebbe essere una chiave. Non so quanto tu hai sentito quello che hai detto,
04:32tu hai usato un'espressione. Certo, ma hai detto una cosa che è uscita talmente spontanea,
04:40ma che riprendo, il voler mettere al centro le possibilità che i ragazzi hanno. Allora,
04:47sulle possibilità che i ragazzi hanno, ne parliamo dopo, ma sul volere io penso che uno
04:53dei temi grossi che noi abbiamo oggi, per come lo vedo, è stando con i ragazzi. Il mondo dei
04:58ragazzi è un mondo affascinante e tremendo nello stesso tempo, in questo momento. Mi piace molto
05:03sempre la tua lucidità, cioè non sei uno che fa le coccoline a temi. Non posso dirti le parolacce
05:10che dico a qualcuno, ma ti assicuro che ogni tanto escono. Noi abbiamo dei ragazzi straordinari che
05:18hanno un percorso, un'idea, delle possibilità lucide e le prendono e le concretizzano. Dall'altra
05:29parte abbiamo un vuoto incredibile, che è dato magari da qualcuno che è attratto molto dalla
05:36violenza, dalla stupidità, dal vuoto. Questa cosa a me fa paura. Fra l'altro non ci sono né prima
05:45gli italiani né dopo gli altri. Siamo tutti uguali su questa cosa. Mi viene da dire che non è una
05:50questione solo di etnia, ma non c'entra neanche il disagio, il ricco, il povero, chi ha più
05:57possibilità, chi ha meno. Neanche l'età, in questo momento. Noi abbiamo ragazzi di dieci anni che sono
06:02geniali e alcuni di venti che non sanno ancora dove andare a fare l'uovo nella vita. E' una cosa
06:09assurda. E' chiaro che in questa situazione, se non vogliamo arrivare ad alcune esagerazioni,
06:21che vediamo non tanto distante da noi. Oggi ho scritto un fondo sul giornale del partito,
06:31della diocesi, che racconta di come in Francia, ad esempio, non stiamo parlando di un mondo diverso,
06:38il nostro, ci sono giovani minorenni sempre di più, qualche decina a Marsiglia quest'anno,
06:45arruolati per uccidere. Arruolati da mafiosi all'interno del carcere che mandano gli fanno
06:51trovare la pistola, 20-60 mila euro, che è un ragazzo famgola. E' una macchina di morte.
06:58Ma perché noi, adulti, e questo è il pezzo del ragionamento sugli adulti, non vogliamo più far
07:09crescere come dobbiamo i nostri ragazzi. Perché non vogliamo più? E' generalista questa cosa,
07:17quindi non è una grande frase. Però io penso che in questo momento noi abbiamo più paura
07:23del mondo dei ragazzi, più incomprensione di quel mondo lì, più attenzione, a volte morbosa,
07:29a troppo difenderli o a troppo accudirli. Ci fa spavento alcune cose che noi non conosciamo di
07:37loro, dalle tecnologie anche alla musica, se vuoi, alle loro espressioni, ai loro modi di fare.
07:45E pensiamo di curare questa cosa o imbaccoccandoli troppo o semplicemente lasciandoli andare,
07:54né l'uno né l'altro. Questo vale per i singoli e per le istituzioni.
07:58Ok, adesso tra poco ti farò la domanda, credo, più difficile, perché sto per chiederti,
08:04ok, bene, quindi noi cosa facciamo? E questa è la prima domanda. Poi mi piacerebbe capire,
08:12tu sei arrivato nel 2020 a San Polo, giusto? 2018, ricordavo male. Ero già lì. E' stata,
08:21immagino, molto dura. Ma in tutti questi anni come hai visto cambiare? E' questa la domanda,
08:28proprio intelligente. Mi piacerebbe. Me la aspettavo da te proprio, essendo intelligente.
08:33Da cosa vuoi partire dei due? Cosa mettiamo sul piatto? No, ti dico come ho visto cambiare San
08:40Polo. San Polo poi è una prospettiva particolare, è un mondo un po' particolare, è un quartiere
08:45particolare. Allora, è chiaro che, ad esempio, la cosa che ci fa più paura è che i ragazzi
08:51partecipano di meno, ma tutto il mondo sociale è venuto meno. Questa cosa qui per tanti motivi,
09:00penso, per i tempi, come dire, molto sgangherati della vita, quindi per cui veramente la cosa più
09:08difficile è trovare un orario per fare una riunione con i genitori o per convocare i ragazzi
09:12intorno per mangiare una pizza. Per i molti interessi che magari qualcuno ha, perché i
09:20molti impegnati sono sempre quelli che hanno meno tempo. E la terza cosa per il tema del fascino
09:30della violenza o del nulla che alcuni ragazzi vivono. Ma come nasce? Allora, ci sono poi delle
09:37cose ataviche, insite nell'essere umano. Ma che cosa è cambiato realmente che ha portato a questa
09:45deriva? Per cui a essere più affascinati di quello che, tra virgolette, è normale essere rispetto al
09:52tema della violenza, della prevaricazione. Poi anche ragazzi e ragazze. Non è che le ragazze
09:58si sottrappongano. Perché quando ci casca hanno detto che le ragazze sono molto più marcate da
10:06questo vissuto. Mi piacerebbe risponderti con una battuta dicendo che basta vedere cosa
10:13comitiamo noi adulti perché sono due guerre. Quindi un fascino della violenza pensata come
10:24strada semplice per arrivare a quello che mi serve. A proposito di scorciatoia, anticipi un
10:32po' quello che ti avrei voluto dire. Spoiler o tutto? No, ci metto del mio dicendoti. La mia
10:37preoccupazione, avendo tra l'altro ultimamente sentito molto parlare dei ragazzi, avendo messo
10:44sotto il loro naso un microfono, è che tutto deve essere facile, subito, no sforzi. Il tema minimo
10:56sforzo massimo risultato è la più grande fesseria al mondo e quindi anche ai ragazzi andrebbe
11:02detto che per fare delle cose belle che ti appagano ci devi mettere il tuo, poi te la godi
11:07ancora di più la cosa che hai conquistato. Sai come vengono reclutati i ragazzi di Marsiglia per
11:12uccidere? Con il cellulare, con Whatsapp. Il tema del tutto è subito è un tema che affascina troppo
11:24i ragazzi oggi ed è ingannevole. Ritorniamo al primo pensiero, volere mettere al centro. Noi
11:35da adulti, i singoli e le istituzioni, dobbiamo fare in modo che i ragazzi abbiano le possibilità,
11:44costruirli, affiancarli, dirgli che la vita è un'altra roba, raccontare. Magari dare loro
11:50dei modelli di riferimento. Spiego, quando tu metti davanti a questi ragazzi, dico a caso,
11:57un olimpionico che ha 25 anni è riuscito a portare a casa una medaglia, devi spiegarglielo che non fa
12:07l'influencer su TikTok ma che va in palestra, si allena, si alza alle 6 della mattina, fa delle
12:15rinunce, però mannaggia. Io non lo so quanto serve questo, perché i ragazzi hanno da questo
12:23punto di vista un'immagine immaginifica della vita, quindi vedono il pezzo soltanto dall'essere
12:33rivestiti d'oro. A questo aspetto a volte fanno fatica anche a credere. Secondo me sarebbe molto
12:48più importante che loro capiscano, dentro nella loro vita, nella loro esperienza, cos'è che li
12:54porta realmente a crescere, che non è mai la cosa improvvisa, ma è quel pezzo che ho costruito.
13:01Partendo da lì noi poi costruiamo, quindi occorrono percorsi molto concreti con i ragazzi,
13:07io penso che è questo quello che manca. Ripartiamo da qui tra 40 secondi esatti.
13:12Come promesso 40 secondi e siamo ritornati insieme a Don Marco Mori, l'ospite di oggi,
13:19stiamo trattando uno degli argomenti più difficili che potremmo trattare qui in questo
13:24magazine perché ci stiamo occupando di giovani, del tema delicato, si sta molto parlando anche
13:31delle baby gang a Brescia, non è che è una cosa che dobbiamo mettere sotto tappeto, c'è,
13:37è una realtà e va affrontata. Come affrontarla è la parte più difficile, le istituzioni, le singole
13:44famiglie, gli oratori, come possono fare per in qualche modo intercettare un disagio. Forse
13:50anche mettersi un pochino più in rete, in dialogo, in strategia comune. Ma allora prima di tutto
13:57dovremmo dire che nessuno sa cosa fare oggi. Quindi se viene qualcuno di tuoi ospiti e ti dice
14:04io ho la soluzione, dal Presidente della Repubblica al Papa non credergli, non credergli serenamente,
14:11o al parroco. Siccome siamo a Brescia, e siccome Brescia è una realtà che non è seconda a nessuno
14:22su questa cosa, noi di certo abbiamo bisogno di ritrovare un modo di parlarsi insieme e di
14:31produrre dei percorsi che possono essere attivati. Ci servono i percorsi nuovi, il nostro problema è
14:38quello lì, secondo me. Che noi non abbiamo, come dire, per le strutture che abbiamo, per le forze
14:43educative che abbiamo, per le situazioni nuove che viviamo, dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo.
14:48E invece tradizionalmente i servizi sociali, piuttosto che le parrocchie, hanno un DNA che
14:55viene molto dal io so fare questo, continuo a fare questo. Quella roba lì non funziona più.
15:00Guarda che questo vale per tutti. Abbiamo sempre fatto così, è un momento storico che in più
15:07ambiti forse non vale la pena di praticare. Nel senso, la nostra storia, il nostro DNA,
15:12la nostra buona pratica, teniamola presente. Però dobbiamo avere anche la lucidità e l'umiltà di
15:23dire troviamo strade nuove. Allora, secondo me bisogna rimettersi insieme e parlarsi davvero,
15:30non a sponsor, ma sapendo che nessuno ha i pezzi completi e il puzzle è così, metto lì il mio
15:41pezzettino e accetto che venga messo insieme agli altri. Probabilmente partendo da questa
15:46idea abbiamo bisogno di poter pensare strategie nuove, quindi sugli obiettivi da raggiungere
15:53bisogna pensare insieme. Percorsi, integrazioni, interazioni, obiettivi da raggiungere, cose da
16:02fare insieme. Secondo, lo metto per secondo perché abbiamo bisogno che tutto il territorio partecipi,
16:11anche in termini di possibilità economiche. Un mondo produttivo come quello bresciano non potrebbe
16:18pensare che sui percorsi dei giovani mette lì l'1% di quello che guadagna, l'1% sul territorio per i ragazzi.
16:29Io penso che noi siamo un territorio poi adeguatamente maturo per dire e per capire quella ricchezza di
16:39come la usiamo per tutti. Perché in questo momento la fatica è che anche molte associazioni,
16:45situazioni stanno chiudendo. Quella roba qui non dobbiamo permettercela, dobbiamo aiutare a stare
16:55aperti da un punto di vista educativo innovandosi. Quella roba qui si fa insieme e con le risorse.
17:01Premetto che non c'è una risposta che vale per tutti, ma tu che sei in costante ascolto,
17:09perché non solo dici ma anche ascolti i ragazzi, che cosa ti dicono loro? Se ti dicono qualcosa di
17:18cosa abbiamo bisogno? Perché la mia preoccupazione è che ti dicano boh. Boh lo dicono, non bisogna
17:24scomessi dietro un dito da questo punto di vista, lo dicono nello stesso tempo quando tu sei con loro,
17:31loro manifestano il grazie di quello che tu puoi dare. Non è una grande progettualità questa,
17:43però è il vuoto non solo dei ragazzi, ma il nostro a volte, il non poter stare con loro,
17:49l'avere meno risorse, che crea problemi. Cosa stai mettendo in campo a Sanporo?
17:56A Sanporo abbiamo avuto qualche mese fa, un annetto e mezzo fa, un problema serio nell'impatto sociale,
18:08nella paura che ha creato, con alcuni ragazzini che si atteggiavano molto a Babygang. Bisogna essere anche
18:14onesti, noi a Brescia e a Babygang non sappiamo cosa sono. Nessuno è stato ferito, ucciso,
18:23non è successo. Terminare Babygang vuol dire che non c'è un'organizzazione di questi gruppi.
18:31Sebbene io non starei serena perché non è ancora capitato niente.
18:35No, ok, va bene. Siamo ancora a un livello di pre-Babygang, diciamolo così, ma questo è anche per essere
18:42molto attenti a non creare delle paure che non ci sono. Se un ragazzino in mezzo alla strada fa il deficiente,
18:49è un delinquente, sono due cose differenti, iniziano uguali. Abbiamo avuto delle situazioni in cui questi
19:00aggredivano, venivano insieme, estorcevano, creavano disagio, paura. Da lì abbiamo fatto due cose.
19:13L'ho denunciato sempre. Secondo, con le istituzioni, polizia, comune, scuola, famiglie, ci siamo dati un percorso
19:27per dirci alcune cose. Il problema così come era l'abbiamo risolto, noi non abbiamo più problemi.
19:34A San Paolo nel mio lato non viene più nessuno che vuole fare sul casino, anche perché hanno imparato le tre regole
19:40che gli ho messo, quindi a furia di starci dietro i ragazzi imparano. Fanno i deficienti un giorno fuori dal campo,
19:48torni domani. Quello che ci è mancato, e qui mi dispiace, è che le istituzioni sono state latitanti, anche a partire
20:00dall'amministrazione comunale, e questo magari non va bene. Abbiamo costruito un bando che abbiamo vinto con caripro,
20:09che ci permette di avere delle risorse per i prossimi due anni, di poter fare un progetto di educativa di strada 2.0
20:25evoluta, adatta a questa situazione, che intercetti anche questi ragazzi che se no rischiano di non avere nulla
20:33e se no i loro desideri, o vengono a giocare e facciano quello che non vogliono. No, io lì dentro ti intercetto e costruisco, semplice.
20:40Dobbiamo metterci un punto, ma solo perché poi del progetto mi racconti strada facente.
20:45Te l'ho raccontato alla fine, così me li inviti.
20:49Grande uomo di comunicazione, va bene.
20:51Grazie.
20:52Prima di salutarci, Don Marco, grazie a Ruggero Tavelli che ha curato la regia audio e video, grazie a chi ci ha ascoltato alla radio
20:58e grazie a chi ci ha guardato in tv, grazie come sempre e ci rivediamo presto a Don Marco Mori.