• 3 mesi fa
L’esercitazione militare denominata «Stella Alpina» per quasi due settimane ha visto schierati 650 militari e oltre 150 mezzi nella zona di Passo Fedaia (2.057 metri di quota) che collega Veneto e Trentino. Teatro della simulazione è stata la diga di Fedaia, che è stata occupata da fantomatiche forze nemiche: i militari italiani avevano il compito di «riconquistarla».  «L’esercito deve essere pronto a fronteggiare qualunque sfida» sono state le parole del capo di Stato maggiore dell’esercito, il generale di corpo d’armata Carmine Masiello.

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00:00Questa esercitazione ha rappresentato per noi l'importante opportunità di testare
00:29le nuove tecnologie che sta introducendo l'esercito. Si tratta di sensori come droni operanti nella
00:35terza dimensione, droni terrestri e anche droni acquatici, tutti integrati anche con
00:40sistemi d'arma da un sistema di gestione del controllo del campo di battaglia che assicura
00:46la perfetta sincronizzazione di tutti questi assetti. Sono capacità quindi interamente
00:51nazionali che incrementano la nostra capacità di combattimento in termini di letalità,
00:56di precisione d'ingaggio, in termini anche di protezione delle nostre forze, forze che
01:01vengono protette dalla creazione di una bolla tattica che ci protegge anche dalle minacce
01:07provenienti dallo spettro elettromagnetico e dalle minacce cibernetiche.

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