Questa è la peggiore siccità che abbia mai visto. Abbiamo camminato per 8 giorni per arrivare qui. Non avevo nulla da mangiare per i miei figli. Piangevano e piangevano. Ho pensato di togliermi la vita piuttosto che vederli morire di fame davanti a me». Le parole di Shamsa Amin Ali, 38 anni, rifugiata somala in Kenya, sono emblematiche della sofferenza vissuta da 31,7 milioni di persone strette nella morsa dell'insicurezza alimentare acuta. Un problema gravissimo e che colpisce in modo sproporzionato le comunità più vulnerabili, ovvero rifugiati e sfollati che vivono in Paesi fragili come il Kenya. E dove sono in corso conflitti e violenze come Etiopia e Somalia.
Per accendere i riflettori sul dramma in corso e per raccogliere fondi necessari a salvare milioni di persone, UNHCR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, lancia la campagna Torniamo a sentire con testimonial Francesco Pannofino. Con cui chiede a tutti di donare per contribuire a garantire aiuti essenziali per la sopravvivenza, cibo, alloggi di emergenza. Acqua potabile e cure mediche a milioni di rifugiati e sfollati nel Corno d'Africa.
Per accendere i riflettori sul dramma in corso e per raccogliere fondi necessari a salvare milioni di persone, UNHCR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, lancia la campagna Torniamo a sentire con testimonial Francesco Pannofino. Con cui chiede a tutti di donare per contribuire a garantire aiuti essenziali per la sopravvivenza, cibo, alloggi di emergenza. Acqua potabile e cure mediche a milioni di rifugiati e sfollati nel Corno d'Africa.
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