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Roma, 23 giu. (askanews) - Quest'anno Silvio Orlando è tornato sullo schermo con due Maestri, protagonista di "Un altro ferragosto" di Paolo Virzì e interprete di "Parthenope" di Paolo Sorrentino, appena presentato al festival di Cannes, dove lui non è potuto andare per motivi di lavoro. "Sì, mi è dispiaciuto, beh i festival sono sempre posti abbastanza infernali perché entri in un tritatutto in cui non capisci più niente, ti creano una piccola angoscia. - ha confessato - Però sono anche i momenti in cui, se va bene, hai la sensazione magica che il mondo si fermi e guardi solo te". Solitamente schivo e concentrato sui suoi impegni, tra cinema e teatro, Orlando è stato ospite e protagonista del Filming Italy Sardegna Festival. Lo scorso anno ha raccolto grande successo sul palcoscenico con lo spettacolo "La vita davanti a sé" di Romain Gary e quest'anno con "Ciarlatani" di Pablo Remòn, che ora porterà al festival di Spoleto e dopo l'estate di nuovo in giro per l'Italia. Il teatro sembra la sua vera passione. "Quello è una costante, anche quando facevo The Young Pope, o il periodo in cui facevo tantissimo cinema. - ha detto - Il mio spazio teatrale ce l'ho avuto sempre. Sono un attore di teatro prestato al cinema e non viceversa". A proposito del cinema italiano, dopo l'exploit di quest'anno del film di Paola Cortellesi e in attesa dell'uscita a settembre del film di Sorrentino, Orlando ha affermato: "Paolo credo che abbia inserito nel cinema italiano, che era un cinema molto di contenuti, un elemento visivo, visionario, che si era perso un po'. Credo che bisogna avere le idee, avere delle belle idee. Non è un problema di film complicati, difficili, perché abbiamo visto quest'anno dei successi di film clamorosi, molto difficili. Però devi avere l'idea chiara di quello che stai dicendo e pensare a chi ti stai rivolgendo".

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