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Uno studio che racchiude una vita. Libri, scritti, documenti, fotografie. Filmati e nastri registrati. Costanza Quatriglio ritrova in una stanza il padre, Giuseppe Quatriglio. Firma storica del Giornale di Sicilia e di altre importanti testate, scrittore, saggista e amico di uomini di cultura del Novecento. Ne nasce un film, Il cassetto segreto. Che arriva nei nostri cinema il 18 aprile dopo essere stato presentato al Festival del Cinema di Berlino 2024.
Di cosa parla "Il cassetto segreto"
Quella che vedete qui in alto è una clip in anteprima esclusiva del viaggio che Costanza fa nella riscoperta del padre. Scomparso a quasi 95 anni nel 2017. La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Nel gennaio 2022 Costanza Quatriglio torna nella casa dov’è cresciuta, chiusa da tempo, e apre le porte ad archivisti e bibliotecari per donare alla Regione Siciliana l’universo di conoscenza appartenuto al padre giornalista. Una biblioteca e un archivio di un testimone privilegiato del Novecento.

Comincia così un viaggio sentimentale attraverso fotografie, bobine 8mm, registrazioni sonore realizzate dal padre dagli Anni 40 in poi in Europa e nel mondo. E le riprese effettuate dalla regista tra il 2010 e il 2011 con lui quasi novantenne. La memoria personale e la memoria collettiva si mescolano in un fitto dialogo tra presenza e assenza. Palermo e la Sicilia, con la loro storia e la loro cultura, sono il punto di osservazione del mondo da cui tutto parte e a cui tutto torna.

[caption id="attachment_1345736" align="aligncenter" width="635"] 1960: Giuseppe Quatriglio in compagnia di Cary Grant a Taormina (foto Fondo Giuseppe Quatriglio)[/caption]
Un testimone del Novecento: chi era Giuseppe Quatriglio
Un cassetto dai cui escono i ricordi di un papà e di una bambina. Ma anche inaspettati la voce di Carlo Levi, i ricordi di Jean Paul Sartre, la stretta amicizia con Leonardo Sciascia. E le foto di Anna Magnani, Cary Grant e Ingrid Bergman, l’auto scatto mancato con Enrico Fermi, e quel disegno di Renato Guttuso. E i pomeriggi con il poeta Ignazio Buttitta. Ma anche il terremoto del Belice e il muro di Berlino, la Parigi e l’America degli Anni 50. Su e giù per il Novecento, su e giù per il mondo.

Giuseppe Quatriglio – l’«Instancabile ricercatore di cose siciliane», come lo definiva l’amico Sciascia - è stato un punto di riferimento per il giornalismo in Sicilia, ma non solo. Grande viaggiatore, è stato corrispondente in America e ha collaborato con molte importanti riviste italiane. Accanto al giornalismo, la letteratura: finalista Strega nel 2000 con Sabìr, è noto soprattutto per
Mille anni in Sicilia, tradotto in più lingue e ancora nelle librerie. Ma anche la fotografia (Premio Pannunzio per il giornalismo fotografico), è stato un modo per raccontare il mondo e diventarne testimone d’eccezione.

Le sue librerie e i suoi cassetti raccontano tutto questo: il Fondo Giuseppe Quatriglio, donato dalla figlia Costanza alla Regione Siciliana, per la sua grande rilevanza storica è stato dichiarato di “Interesse culturale” dalla Soprintendenza archivistica della Sicilia – Archivio di Stato di Palermo.

[caption id="attachment_1345751" align="aligncenter" width="635"] Un'immagine tratta da "Il Cassetto Segreto": Giuseppe Quatriglio a Berlino nel 1963 sul muro durante un reportage (foto Fondo Giuseppe Quatriglio)[/caption]
Il cassetto dei ricordi di Costanza Quatriglio
«La scoperta di oltre 60 mila negativi fotografici scattati da mio padre dal 1947 in poi, decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore, mi ha fatto comprendere che avevo la possibilità straordinaria di realizzare un film che ponesse al centro un intreccio di vicende e vite vissute che riverberano nella storia di noi tutti», racconta la regista Costanza Quatriglio.

«Così la casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un racconto personale e articolato che si dipana dalle sue mura per  abbracciare la Sicilia, l’Europa e il mondo, in un secolo di storia. Come nelle tracce ritrovate ho riconosciuto la mia stessa educazione sentimentale, allo stesso modo portare il cinema nella mia casa mi ha permesso di compiere un passaggio di  trasfigurazione e comprensione profonda del tempo del distacco».

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