Roma, 28 giu. (askanews) - Il 90% dei tumori della vescica è di istologia uroteliale e, nel mondo, circa 573.000 persone convivono con una diagnosi di questa malattia che provoca 212.000 decessi. In Italia, il tumore della vescica si posiziona al quinto posto tra i più frequenti per prevalenza nella popolazione italiana, con un'incidenza di oltre 29 mila casi nel 2022 e oltre 6 mila decessi nel 2022. La complessa gestione del tumore della vescica, nonostante gli ultimi progressi terapeutici, mostra come questa malattia rimanga aggressiva e molto difficile da curare. Fondamentale una diagnosi tempestiva, seguita da un percorso di cura gestito da un team multidisciplinare formato da oncologi, urologi, esperti in nutrizione, farmacisti ospedalieri e psicologi.Per questo si è svolto l'evento "GOURMEET - Multidisciplinarietà a confronto per le persone con tumore della vescica", a Roma, presso la Città del Gusto di Gambero Rosso Accademy, con il patrocinio di SIUrO - Società Italiana di Uro Oncologia, AIOM Associazione Italiana Oncologia Medica, PaLiNUro Pazienti Liberi Dalle Neoplasie Uroteliali e SIU - Società Italiana di Urologia, organizzato da Pharmalex - formerly MAPCOM e con il contributo non condizionato di Astellas. Un momento di confronto tra tutti gli operatori del sistema salute per discutere sulla necessità di un approccio multidisciplinare, sottolineando l'importanza di una corretta e sana alimentazione e il suo ruolo durante il periodo di cura."La nutrizione è oramai parte integrante del percorso di cura - dice Salvatore Artale, Direttore SC Oncologia Medica Ospedale di Vimercate -. Abbiamo finalmente costituito un gruppo di preabilitazione. Nel percorso di cura del paziente c'è un programma di cura che potrebbe essere una nutrizione artificiale nel caso in cui il paziente sia malnutrito, oppure una nutrizione ad hoc in corso di terapia. La nutrizione, dunque, non può mancare perché significa aderenza al trattamento".Per facilitare il passaggio ad un approccio multidisciplinare è dunque necessaria una sempre maggiore collaborazione tra mondo clinico, Associazioni Pazienti e Istituzioni. "Vi è un approccio multidisciplinare al trattamento della patologia - spiega Fulvio Berardo, General manager di Astellas Italia, Grecia e Cipro - vediamo il paziente al centro di un ecosistema dove ci sono vari attori coinvolti di cui clinici, politici, e le aziende farmaceutiche devono avere un ruolo fondamentale. La modalità con cui intendiamo prenderci cura di questi pazienti è dando non solo risposte cliniche efficaci e sicure, ma anche mettendoci a servizio dei loro bisogni per sostenere il loro percorso clinico, per impattare in maniera positiva la loro qualità di vita. Questa è la nostra missione".Durante l'evento ampio spazio è stato riservato all'impatto sulla qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia, soprattutto nei momenti di maggiore fragilità e vulnerabilità del paziente. L'impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza viene esercitato da diversi fattori, non solo clinici, ma anche sociali, psicologici e economici. Edoardo Fiorini Presidente - APS Associazione PaLiNUro ha commentato: "Consideriamo il tumore della vescica come una patologia complessa e orfana. Vi è una scarsa consapevolezza della patologia tra i pazienti e caregiver che sono spesso poco informati e poco supportati nelle diverse fasi del percorso di cura. A volte accade lo stesso anche tra la comunità medica. La diagnosi precoce invece gioca un ruolo fondamentale: bisogna sempre porre l'attenzione e riconoscere prontamente i sintomi e sapere quali sono i fattori di rischio legati alla malattia. Eventi come questo, insieme al lavoro costante dell'Associazione, sono fondamentali per la diffusione della consapevolezza sulla malattia. Al tempo stesso supportano le persone in un percorso di cura che guardi sempre più al loro benessere a 360°. Come più volte affermato e sostenuto da ampia letteratura scientifica, il legame tra sana e corretta alimentazione e percorsi terapeutici è sempre più coeso, anche nell'ottica della prevenzione".Per facilitare il passaggio ad un approccio multidisciplinare si rende sempre più necessaria la collaborazione tra mondo clinico, Associazioni Pazienti e le Istituzioni, al fine di promuovere una più ampia conoscenza dei fattori di rischio, l'importanza di una diagnosi precoce e le varie opportunità terapeutiche attualmente disponibili. Giovanni Berrino, 10° Commissione Affari Sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, Senato della Repubblica, ha aggiunto: "partecipare ad eventi come GOURMEET permette di trovare sinergie tra associazioni, clinici e istituzioni, su tematiche importanti, come quelle relative all'oncologia. L'attuale legislatura, sin dall'insediamento, ha lavorato per l'approvazione del nuovo Piano Nazionale Oncologico, che pone l'attenzione sulla centralità del paziente e sulla riduzione delle disuguaglianze di accesso a interventi di prevenzione e cura, attrave
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